Lago Toba (Indonesia) tra paesaggi pazzeschi e…cannibali!

Il lago Toba, sull’isola di Sumatra, è il lago vulcanico più grande del mondo.
Abbiamo esplorato l’isola al centro del lago e abbiamo scoperto che ci abitano i cannibali più gentili del mondo! (SCOPRI QUI DOVE CI TROVIAMO ORA)
Ecco come è andato il nostro incontro con loro…
Ma prima alcune informazioni utili a chi vuole fare la stessa esperienza.
lago toba

IL LAGO TOBA: DOVE SI TROVA E COME RAGGIUNGERLO

Il Lago Toba si trova nel nord dell’isola di Sumatra, in Indonesia.
E’ facilmente raggiungibile da Medan con un viaggio dalle 5 alle 6 ore.
Parapat è la città sulle sponde del lago da cui partono i traghetti per Samosir, la piccola isola nel bel mezzo del lago. (costo 15000 idr, ogni ora)
Per chi arriva all’aeroporto di Kualanamu ci sono due opzioni per raggiungere Parapat.
La prima, la più semplice è prendere un taxi condiviso proprio all’uscita dall’aeroporto.
Due compagnie offrono questo servizio: Nice Trans (80.000/90.000 IDR diretto)e Paradep (80.000 con cambio a Siantar).
La seconda opzione è quella di prendere un autobus fino alla stazione degli autobus Amplas di Medan (15.000 IDR) e da lì un bus pubblico per Parapat (40.000 IDR).

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Metti in valigia la giacca impermeabile più adatta per il clima di Sumatra.

IL LAGO TOBA: LA STORIA DEL LAGO VULCANICO PIÙ GRANDE DEL MONDO

Il lago Toba e l’isola di Samosir si sono formati circa 75.000 anni durante uno degli eventi più catastrofici sul pianeta terra.
L’eruzione del supervulcano (così è stato chiamato) avrebbe infatti cambiato il clima del mondo intero, oltre che a provocare l’estinzione di moltissime speci animali e vegetali.
Il lago Toba e l’isola al centro, assumono quindi un fascino davvero particolare, anche perchè ad abitarli c’è una popolazione con tradizioni davvero suggestive: i BATAK.
lago toba indonesia

RACCONTI DI VIAGGIO: IL NOSTRO INCONTRO CON I BATAK, I CANNIBALI PIÙ SIMPATICI DEL MONDO

Ieri, come molte altre volte durante questi mesi in viaggio, abbiamo noleggiato un motorino.
Ma non sapevamo ancora che la scoperta dell’isola di Samosir sarebbe stata diversa dal solito e che ci avrebbe lasciato a bocca aperta e con lo stomaco sottosopra!

Andiamo per gradi…

Prendiamo il motorino da Manuela, un negozietto lato strada con un cartello scritto a mano.
Dopo varie contrattazioni, durante le quali ci vengono offerti anche un massaggio, il lavaggio del bucato e una confezione di biscotti, concordiamo il prezzo.
La signora tutta sorridente ci dà le chiavi, due caschi giganti e ci saluta con un bacio.
Non ci chiede documenti e nemmeno il nome… Si vede che le ispiriamo fiducia.

Partiamo.

Le strade sono un sali scendi continuo ma la vista sul lago toglie il fiato.
Siamo a 1000 metri, non fa molto caldo e quei gradi in meno si fanno sentire (sarà anche perché sono quasi 6 mesi che viviamo a 30 gradi e più!).
Ci fermiamo a metterci la felpa in un caffè sulla strada.

Sembra una specie di pollaio, ci sono anche le galline, e il caffè è forte e fa abbastanza schifo ma l’accoglienza è delle migliori.
Un signore si siede accanto a noi e con un ottimo inglese ci chiede se sappiamo del vulcano.

Senza aspettare la risposta, tutto inorgoglito, ci racconta che 75000 anni fa, proprio dove ci troviamo noi ora, c’era un’enorme vulcano la cui eruzione ha cambiato il clima dell’intero pianeta…
“Non solo dell’Indonesia, di tutto il mondo!“
Sottolinea tutto contento il nostro nuovo amico al bar-pollaio!

Il lago Toba e l’isola di Samosir si sono formati proprio a seguito di quell’eruzione.

E mentre sorseggiamo quel disgustoso caffè ci sentiamo anche noi felici al pensiero di quanto sarebbe fiero Piero Angela nel sapere che siamo qui NEL PIÙ GRANDE LAGO VULCANICO DEL MONDO!

Ci rimettiamo in sella e attraversiamo alcuni villaggi.
Ci fermiamo ogni 200 metri attratti da tutte quelle case tradizionali.
Sono di legno intarsiato e con il tetto a punta.

Se questa fosse una favola, quelle sarebbero le casette degli gnomi nel bosco.
Sono le case tradizionali del popolo Batak che risiede su quest’isola.
Musicisti, danzatori e abili intagliatori i Batak sono anche conosciuti perché in passato erano CANNIBALI!
Marco Polo nel suo diario scriveva che erano soliti mangiare i prigionieri quando erano ancora vivi, come forma di punizione…
E per fortuna non abbiamo detto alla signora del pollaio che il caffè faceva schifo, non si sa mai!

Tra una casa dal tetto a punta e l’altra sbucano delle colorate chiese cristiane, eredità della colonizzazione olandese, e delle tombe.
Sono delle strutture in pietra decorate con piastrelle, statue o incisioni.
Sono dei veri e propri monumenti a lato della strada dove vengono seppelliti i defunti.

Eruzioni vulcaniche, cannibali e tombe… l’isola sembra davvero un po’ tetra!

In realtà no!
Perché i Batak sono il popolo più accogliente e socievole di tutta l’Indonesia.
E lo sappiamo bene noi che in una sola giornata in motorino abbiamo:
– Fatto amicizia davanti a un caffè terribile;
– Ricevuto spiegazioni sulla cultura e la religione da chiunque ci vedesse fotografare una casa tradizionale;
– Ricevuto in dono frittelle di banana dalle signore che friggono a lato strada.

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2 Commenti

  1. Enrico

    Sono stato sull’isola del lago Roba più di 30 anni fa con un missionario ( padre Vinio Corda ) della missione di Padang.Avevamo portato con noi una buona scorta di tabacco (harem,molto profumato).Erano solo pochi anni che il governo aveva proibito il cannibalismo,ma alcune persone anziane si ricordavano.Un vecchio ci spiegava che per lui la parte più buona erano le ditapadre Corda mi traduceva,dal momento che parlavano solo il bahasa).Offriamo al capo villaggio il tabacco ed in cambio ci offrì una sqyisitezza:Honey worm(larve del miele),e per non offederlo,rifiutando,le deglutii intere.Era assolutamente proibito fotografare un angolo del villaggio perché vi risiedevano gli spiriti protettori.Fu un’esperienza bellissima ,ci fermammo due giorni e ritornammo alla missione.Fu un’esperienza bellissima ,difficile da dimenticare

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