L’autentica Nungwi, tra musica, Masai e villaggi

Un Dalla Dalla veloce – veloce ma scomodo-scomodo ci porta a Nungwi e rimaniamo subito meravigliati…
Questo posto non era famoso per i resort costruiti dagli italiani?? Ma dove sono i turisti in bikini e infradito??
Ci ritroviamo infatti in un piccolo villaggio fatto di casette di pietra, piccoli negozietti, palme, strade sterrate…

QUI Zanzibar fai-da-te in 10 giorni

Avremo sbagliato dalla dalla??? Notiamo però dei cartelli: invitano a usare il bikini solo in spiaggia e a rispettare la cultura locale coprendosi nel villaggio! Tiriamo finalmente un sospiro di sollievo… non solo siamo nel posto giusto, ma è rimasto ancora qualcosa di autentico in questa area che, a detta di tutti, è quella riservata al “turismo organizzato”.
Pochi minuti e la nostra teoria è confermata. Tra le casette di pietra passa infatti un corteo di persone… Sono ragazzi e bambini che ballano e cantano a ritmo di musica! Non sappiamo di cosa si tratti ma è davvero coinvolgente e ci fermiamo ad osservarli.

Continuiamo a camminare tra le stradine sterrate, passando per un campo da calcio di sabbia, davanti ad un asilo, fino ad arrivare alla spiaggia bianchissima bagnata da un mare di un azzurro stupendo… tra questi colori, oltre alle mucche al pascolo, spicca una figura ancora più variopinta che cammina con un bastone: si tratta di un Masai.

Scopriamo che i Masai più giovani ogni anno lasciano i loro villaggi desolati per raggiungere le spiagge e vendere ai turisti i manufatti del loro popolo. Si tratta di braccialettini e vari oggetti fatti a mano.

Sappiate che quando un giovane Masai vuole sposarsi deve portare alla famiglia della futura sposa capre, animali e altri oggetti…. Quindi ne deve vendere di braccialettini per non rimanere scapolo!!

Nungwi ci ha piacevolmente colpito…I resort ci sono, i bar con musica e cibi europei anche, ma basta avventurarsi un pochino per trovare angoli di sabbia deserti, ristoranti gestiti da locali con cucina tradizionale (noi abbiamo provato Mamma Africa e ci siamo sentiti davvero coccolati) e per incontrare le persone che lì vivono e provano a mantenere la loro cultura.

 

 

ALTRI POST SULLA TANZANIA

Share it!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *