Guida al volontariato a Calcutta

Basta dire la parola Calcutta perché una delle prime cose che vengano in mente sia Madre Teresa. Vissuta per molti anni in questa città nell’Est dell’India, Madre Teresa è divenuta “famosa” per il suo aiuto ai poveri e l’apertura di ospedali per l’accoglienza dei lebbrosi.
Dovendo passare qualche giorno a Calcutta, abbiamo deciso di andare anche a noi a dare un’occhiata a quella che oggi è una delle associazioni di beneficenza più grandi e conosciute dell’India. Avevamo letto vari articoli pro e contro l’operato delle “Missionarie della carità” quindi eravamo curiosi ma al tempo stesso non sapevamo bene cosa aspettarci, quando abbiamo deciso di iscriverci come volontari.
In questo articolo come è stata la nostra breve esperienza e tutte le informazioni pratiche per chi si trovasse a Calcutta e volesse farlo.

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VOLONTARIATO CALCUTTA: COME ISCRIVERSI

Per fare questa esperienza di volontariato, non è necessario iscriversi in anticipo o contattare via email/telefono le suore. È sufficiente presentarsi al seguente indirizzo:
Nirmala Shishu Bhavan (Home for Children), 
78, A.J.C. Bose Road, Kolkata – 700016
nelle giornate di Lunedì – Mercoledì- Venerdì alle 15:00.
È necessario portare con sé il proprio passaporto. Una volta sul posto si dovrà compilare un modulo e seguire un breve “corso di orientamento” in cui vengono spiegate alcune regole base (bere acqua, lavarsi le mani, non fare regali diretti ai pazienti ma chiedere alle sorelle…).
Poi si passa al colloquio individuale, o nel nostro caso di coppia, con una delle suore. Si parla un po’ di sé, viene chiesta la preferenza tra lavorare con i bambini o con gli adulti e si viene assegnati a una delle strutture. Ce ne sono diverse in cui sono ospitati pazienti con disabilità fisiche e mentali. Alcune si occupano di bambini molto piccoli e neonati, altre di ragazzi e adolescenti, poi ci sono quelle per le donne e quelle per gli uomini adulti.
Una volta assegnati alla struttura, si decide se dare disponibilità la mattina dalle 8 alle 12 o il pomeriggio dalle 15 alle 19. Si riceve quindi un pass e una medaglietta con l’immagine della Madonna.

VOLONTARIATO CALCUTTA: COSA SAPERE PRIMA

Ovviamente le “Missionarie della carità” sono un’associazione religiosa.
Questo implica che si tengano messe due volte al giorno, che vengano recitate preghiere e che molte delle persone presenti come volontari siano credenti.
La fede non è però vincolante. Si può decidere di fare volontariato anche se, come noi, non si è praticanti. Sarà sufficiente evitare la messa la mattina e non partecipare ai vari incontri proposti.
Ci si sentirà un po’ fuori luogo?!? Assolutamente sì. Ma basta essere aperti e ascoltare senza giudicare.

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VOLONTARIATO CALCUTTA: ALTRE INFO PRATICHE

Non viene richiesta una permanenza minima, quindi è possibile fare l’esperienza di volontariato anche per pochi giorni. Ovviamente più tempo si riuscirà a dedicare, maggiore sarà il grado di coinvolgimento e di sicurezza che si acquisirà.

All’interno dei centri non è possibile fare foto o video. Viene fatta eccezione per chi, dopo una lunga permanenza, volesse fare delle foto ricordo. Anche in questo caso, però le foto sono solo per uso personale e in nessun caso possono essere condivise sui social network.

VOLONTARIATO CALCUTTA: COME SI SVOLGONO LE GIORNATE

Ogni mattina ci si ritrova presso “Mother’s House” – 54a A.J.C Bose Road, Kolkata , l’edificio che è stato la residenza di Madre Teresa a Calcutta e che adesso ospita la sua tomba.
Il ritrovo è alle 6 per la messa. Per chi non partecipa alle 6:30/45 ci si incontra per la colazione che consiste in pane, banane e chai (il tè indiano a base di latte).
Verso le 7:15/30 una delle suore guida una breve preghiera e un canto e da alcune informazioni pratiche. A questo punto ci si divide in gruppi a seconda della struttura a cui si è stati assegnati.
Alcuni centri sono raggiungibili a piedi. Per altri, invece, è necessario prendere autobus o tuk tuk condivisi.
Alle 8 circa si inizia il volontariato che varia molto a seconda di dove ci si trovi. Noi, ad esempio, siamo stati assegnati al centro per ragazzi e ragazze con disabilità mentali e fisiche.
La nostra mattinata era ben strutturata: prima rifare i letti, poi fare il bucato sulla terrazza in enormi vasche, poi giocare un po’ con i ragazzi o aiutarli in semplici esercizi. Verso le 10:45 una pausa con tè e biscotti prima di riprendere a piegare il bucato, aiutare a dar da mangiare ai ragazzi e poi metterli a letto.
Il tutto si svolge sotto la guida del personale che lavora all’interno della struttura.
I compiti da svolgere durante la giornata, comunque, variano molto a seconda del centro a cui si viene assegnati. Nella struttura che ospita le donne, ad esempio, le si aiuta con massaggi o trattamenti per il corpo, in quella degli uomini, invece, i volontari tagliano barbe e capelli.
Il volontariato si svolge tutti i giorni tranne il giovedì,quando vengono organizzate altre attività come la visita alla colonia di lebbrosi.

VOLONTARIATO CALCUTTA: COSTI

Non ci sono costi di iscrizione o altro se si decide di fare questa esperienza di volontariato. Allo stesso tempo, non ci sono rimborsi quindi le spese di trasporto per raggiungere le strutture, vitto e alloggio sono tutte a proprio carico.
Si può decidere di fare regali o donazioni agli ospiti delle strutture, ma queste non devono mai essere date direttamente alla persona interessata. Si deve sempre prima parlare con le suore in carica e chiedere loro come procedere.

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VOLONTARIATO CALCUTTA: VITTO E ALLOGGIO

Per quanto riguarda gli alloggi, a Calcutta ci sono davvero moltissime opzioni. Quello che noi consigliamo è di trovare degli hotel che siano a breve distanza da Mother’s House.
Nella zona di Sudder Street, ad esempio, si trovano strutture per tutti i budget. La nostra scelta è stata l’hotel New Modern Lodge. Niente di pretenzioso, ma stanze pulite e lenzuola cambiate dopo ogni ospite ( cosa non scontata in India) oltre che una sala comune e un WiFi perfettamente funzionante. Il costo per una stanza doppia con bagno in comune e ventilatore è di 500 Rs/ notte.
Per quanto riguarda il cibo, vicino a Mother’s House si trovano un paio di locali, ma nulla degno di nota. Sudder Street ospita vari ristoranti locali e la zona del New Market è perfetta per provare i famosi egg roll di Calcutta. Qui si trovano anche alcune catene come KFC o Wow Momo e alcune pasticcerie. Se invece sentite la mancanza della cucina italiana, un pasto al Fire&Ice è sicuramente d’obbligo!

Leggi qui la storia di Annamaria, la proprietaria del Fire&Ice:”Quando la pizza e il Nepal ti salvano da una paralisi”

VOLONTARIATO CALCUTTA: CHI PUÒ FARLO

Potenzialmente tutti. Non servono particolari doti o conoscenze perché durante le giornate si viene guidati da altri volontari e dal personale delle strutture. L’unica cosa che serve è la volontà di mettersi in gioco per aiutare gli altri con la consapevolezza che forse non si potrà fare molto e che alla fine si riceverà più di quello che si è dato.

VOLONTARIATO CALCUTTA: LA NOSTRA ESPERIENZA

Siamo arrivati a Calcutta a fine Giugno, in piena stagione dei monsoni. Nessuna pioggia ad attenderci, solo tanta tanta umidità e un gran caldo che ci facevano correre a cercare l’aria condizionata come fosse ossigeno per respirare.
E’ lunedì, così decidiamo di recarci al centro per le registrazioni dei volontari. Alle 15 puntuali (anzi un po’ in anticipo) siamo lì. Un giovane ragazzo ci fa accomodare, ci fa compilare un modulo e ci da qualche informazione mentre aspettiamo arrivi altra gente. Arriva anche una suora e si siede al tavolo di legno centrale. Legge il nostro modulo e ci chiama a parlare con lei. Dobbiamo fare una premessa, noi siamo credenti (più o meno) in qualcosa o qualcuno ma non siamo di certo praticanti. L’ultima volta che siamo andati a messa, per capirci, è stata tre anni fa per un matrimonio… Non il nostro perché noi siamo sì sposati ma solo in comune!
La Sorella ci fa qualche domanda e ci assegna al centro per ragazzi con disabilità fisiche e mentali. Ci consegna un foglietto con tutte le informazioni e una medaglietta legata ad un nastrino colorato “Che la Madonna ti accompagni” ci dice in perfetto italiano mentre ce la mette tra le mani. Un po’ impacciati, non sapendo cosa rispondere, ci limitiamo a dire grazie e ci congediamo.
La mattina dopo alle 6 siamo già svegli. La realtà è che non abbiamo dormito molto, un po’ per il caldo che non ci ha dato tregua, un po’ perché non sappiamo bene cosa aspettarci. Nessuno di noi due aveva mai fatto esperienze di questo tipo. Come avremmo reagito? Avremmo voluto scappare? Saremmo stati in grado di affrontare la situazione e tutte le emozioni ad essa collegate?

Ci incamminiamo per le strade di Kolkata che si sta ancora svegliando. I clacson sembrano essere ancora addormentati e molte saracinesche sono ancora abbassate. In compenso il caldo già non ci dà tregua.
Prima delle 7 arriviamo alla Casa di Madre Teresa, una visita veloce alla sua tomba e andiamo a sederci in una sala insieme ad altri ragazzi.
Pane, banane e tè per fare colazione, mentre si chiacchiera.
C’è chi fa volontariato da settimane, chi da mesi, chi è arrivato per stare qualche giorno ed è rimasto a lungo.
Incontriamo solo un ragazzo italiano:
“Sono qui da 4 mesi e siete i primi italiani che incontro!” ci dice con un forte accento bergamasco.
Il tempo di scambiare qualche parola, entra una suora, tutti recitano una preghiera in inglese che non conosciamo.
Poi ci si divide in gruppi.
Noi siamo stati assegnati a un centro dove risiedono ragazzi dai 7 ai 17 anni con forti disabilità motorie e mentali.

Prendiamo un autobus e un tuk tuk, scriviamo il nostro nome su un registro e ci salutiamo.
Paolo al primo piano con i ragazzi, io al terzo con le ragazze.
Sono le 8 e cominciamo a rifare i letti.
Poi è il momento del bucato sulla terrazza. Laviamo in grandi tinozze lenzuola, vestiti, stracci, bavagli.
Intanto si chiacchiera “Da dove vieni?” “Perché sei qui?” “Quanto resti?”
Siamo circa 20 volontari, ognuno con una storia diversa e un motivo diverso per essere lì.
C’è chi è molto religioso, chi sta viaggiando da 9 mesi, chi è venuto apposta dall’Australia o dagli USA, chi ha 15 anni ed è lì con il padre.
Poi arriva il momento più duro, l’incontro con i ragazzi. Con l’aiuto delle infermiere che lavorano nel centro, diamo una mano giocando, massaggiando, accarezzando o applicando dei tutori e facendo passeggiare i pochi bimbi in grado di muoversi.
Le emozioni sono forti.
Non sappiamo bene cosa fare, cosa dire, come comportarci. Qualcuno sorride, qualcuno non reagisce. Qualche piccoletto si attacca alle gambe e ride. 4 ore passano veloci ma sono così intense da lasciare il segno.

Siamo venuti a fare questa esperienza di volontariato per metterci in gioco e dare un senso diverso al nostro viaggio.
Sapevamo che nei pochissimi giorni che avevamo a disposizione, il nostro contributo sarebbe stato praticamente nullo e che le emozioni che avremmo vissuto sarebbero state più forti dell’aiuto che avremmo dato.
Ma volevamo anche vedere cosa succede in un’associazione così “famosa”, grande e con qualche ombra. Abbiamo incontrato ragazzi da tutto il mondo che investono il loro tempo per gli altri e che hanno una fede forte e convinta, cosa che noi abbiamo perso da tempo.
Siamo stati a visitare strutture che cercano di alleviare il dolore che provano questi bambini e ragazzi, ma non siamo in grado di giudicare quanto bene o male lo facciano.
Ci siamo fatti tante domande sulla vita, sul dolore, sul senso di tante cose.

Abbiamo vissuto un’esperienza forte, che non dimenticheremo e che ancora una volta ci ha sbattuto in faccia quanto siamo dannatamente fortunati!

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6 Commenti

  1. Enrica

    Vi ammiro tanto per esservi messi in gioco, siete grandi! È il mio sogno nel cassetto, spero un giorno di poterlo realizzare. Grazie per aver condiviso la vostra esperienza e le info!

  2. Giusi

    Parto domani per restare due settimane a far volontariato con gli orfani di madre Teresa. Grazie per le ulteriori informazioni!
    Spero che le suore vogliano prendere i disegni che i miei alunni hanno fatto per i bimbi di Calcutta…
    Buon proseguimento della vostra avventura!

  3. Simone

    Ciao, mi chiamo Simone e vorrei fare l’esperienza di volontario a Calcutta dalle suore missionarie di madre Teresa. Ho però un problema, parlo pochissimo l’inglese, anzi quasi nulla e cerco quindi un compagno o compagna che mi possa aiutare facendo l’esperienza insieme. Aspetto notizie, grazie infinite…..Simone

  4. Giulia Grazia Giacomini

    Molto interessante leggere la vostra esperienza. Sono stata più volte in India ma non sono ancora stata a Calcutta, è un mio grandissimo desiderio da sempre andarci e fare volontariato presso le Missionarie della Carità, ora ne sono ancora più convinta

    1. Sonia Orlacchio

      Ciao mi chiamo Sonia e vorrei fare volontariato a lungo termine dalle suore a Calcutta non parlo inglese solo pochi termini di base,e’ da tempo che ho maturato questa mia decisione che francamente sento più come mia via di vita ,grazie

  5. Sonia Orlacchio

    Sono interessata a partire per il volontariato a Calcutta spero di poter fare qualcosa di più dignitoso che vivere da disoccupata in una citta’ del benessere dove ce molta aridita’ di cuori e animi ,almeno si da un senso alla vita a chi e’ meno fortunato di noi e si aprono realta’ più importanti da tener conto che spesso si dimenticano e si da spazio a tanta futili sciocchezze

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